"...Mastro nano,è tre ore che corriamo ininterrottamente..." gridò il giovane Leron al vecchio geniere delle montagne.
"Smettila di frignare e seguimi ...riposeremo poi".
Il gruppo proseguì a perdifiato ancora una mezzora, per poi fermarsi ai piedi di una grossa quercia appena addentratisi nel bosco.
Il nano stava già studiando il terreno circostante mentre il giovane,piegato sulle ginocchia,respirava affannosamente nel tentativo di recuperare le forze ed il fiato.
Con loro c'era anche il silenzioso elfo nero,una figura con un'aura strana, il volto completamente velato da una maschera per la bocca ed il naso, e sugli occhi degli strani vetri ,come degli occhiali completamente scuri .Il mantello ricopriva il resto. Non una parola,mai...solo qualche sbuffo per richiamare l'attenzione del nano su qualche particolare.
"Mastro nano,ora mi può dire che succede? Non ho molto fiato,non si faccia pregare...".
"Leron,non ricordi proprio nulla di ciò che ti è successo negli ultimi giorni?".
"Assolutamente no. L'ultima cosa che ricordo è la stanza da dove mi avete prelevato,ma non so ne come ne perchè io ci sia finito dentro. Prima di ciò ricordo solo la cena con mio padre ed il consiglio!".
"Mh..Male,molto male. Speravo ricordassi qualcosa,ma tranquillo,recupererai. Probabilmente eri sotto l’effetto di qualche intruglio magico e sei stato in parte torturato. Sei finito in quella cella dopo una incursione dei Tauren nella vostra reggia. Hanno ucciso le guardie,e grazie a degli stratagemmi ancora oscuri,hanno rapito te e i tuoi fratelli e sono fuggiti....Da quella notte sono passati oltre 3 mesi.".
"Cosa? Tre mesi? Com'è possibile? E dei miei fratelli che ne è stato? E mio padre?". La frenesia nella parlata del giovane rivelava una crescente angoscia. L’attaccamento alla famiglia era molto forte e la notizia non poteva che sconvolgerlo.
"Calmati adesso,appena saremo al sicuro ti spiegherò tutto".
Mentre i due discorrevano ed il nano rassicurava il giovane,l'elfo nero si muoveva furtivo nei pressi della quercia,cercando forse un posto dove accamparsi. Quella presenza oscura metteva un senso di insicurezza a Leron anche se,in fondo,doveva essere un amico.
Sunday, January 21, 2007
La terra di Ishandar
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4 comments:
Dopo qualche minuto passato a consolare il giovane umano,il mastro nano richiamò l’attenzione dell’elfo e dopo qualche cenno il nano comunicò a Leron che dovevano ripartire al più presto perché erano inseguiti dagli scout dei Tauren. Raccolti i mantelli e gli zaini,i tre si rimisero in viaggio a passo veloce,guidati dall’elfo nero sempre più all’interno della foresta. Il sole stava morendo all’orizzonte lasciando spazio ad una crescente luna,in parte velata da sporadiche nubi di passaggio. La marcia procedeva silenziosa interrotta da brevi soste utili all’elfo per orientarsi in quel labirinto secolare. Il mastro nano spiegò a Leron che stavano attraversando la foresta di Izlo in direzione nord per allontanarsi il più possibile da Gannet-Lork,la città dei Tauren da dove lo avevano,per cosi dire,prelevato. Con il favore delle tenebre e per via della stanchezza,la marcia si trasformò ben presto in una camminata lenta e faticosa,soprattutto per Leron che cominciava a sentire anche i giorni di prigionia che gli avevano ridotto, e non di poco, le forze.
Ad un certo punto i tre si trovarono fuori dalla foresta e l’elfo fece segno di potersi fermare,ed il mastro nano capì che quella sosta sarebbe stata più lunga…Si sarebbero accampati ai margini della foresta per riposare qualche ora,mangiare un po’ di pane e riordinare le idee.
Non accesero il fuoco,nonostante le vibranti proteste di Leron,che non mangiava un pasto caldo da chissà quanti giorni (e anche se non lo ricordava,il suo stato fisico non lasciava dubbi a proposito ). Non era evidentemente il caso di segnalare agli inseguitori dove fossero,dopo tutta quella fatica.
Il tempo sembrava non voler passare,ed il gruppo faticava comunque a prendere sonno,nonostante la stanchezza. La tensione era alta. Anche Leron,seppur giovane ed inesperto,sapeva le qualità innate dei Tauren. Un olfatto finissimo ma una vista scarsa,poca intelligenza ma prestanza fisica oltre ogni limite pensabile per un umano. Rimanere all’erta era oltremodo doveroso e poteva valere la vita.
Quando l’alba fece capolino ed i raggi del sole iniziavano ad illuminare un nuovo giorno,la piccola compagnia era già pronta a muoversi. Leron fu l’ultimo ad alzarsi,infreddolito e poco ristorato dalla sosta ma conscio che non si poteva fare altrimenti. Attese che il nano e l’elfo nero finissero di discutere,probabilmente sulla direzione da prendere. Invece si separarono,e l’elfo in breve sparì dentro il bosco. Il mastro nano si avvicinò e spiegò che loro due avrebbero proseguito verso nord come concordato,e che l’elfo li avrebbe raggiunti per la notte.
“Ma perché separarci adesso? E poi,chi è quell ’ elfo?Ieri non ci ho pensato,ero intontito,ma poi ho riflettuto. Io non lo conosco,e a dirla tutta quasi non conosco neanche voi”.
“Ah,io sono Kurji,un nano delle colline gialle,e per il momento è più che sufficiente come informazione. Invece dell’elfo non posso dirti nulla,perché effettivamente non so nulla. Ci ha assoldati tuo padre per recuperarti,ed in 3 mesi di ricerche non mi ha nemmeno rivelato il suo nome ne mostrato il suo volto. Avrai notato che è un tipo di poche parole. Mi hanno detto di fidarmi ciecamente di lui,e finora è andata bene. Dunque niente ulteriori discussioni,muoviamoci. La strada per Kulhang è ancora lunga”.
“E cosi andiamo a Kulhang mastro Kurji,è già qualcosa”.
Leron porse la mano al nano come gesto di fiducia. Il nano ricambiò con una stretta vigorosa ed un accenno di sorriso che spuntava come una mezzaluna da sotto la barba.
I due si avviarono lasciandosi alle spalle la foresta e l’elfo nero.
I Tauren avevano cominciato l’inseguimento circa quattro ore dopo la fuga del gruppo. Al cambio della guardia furono trovate morte le 2 sentinelle che presidiavano la cella. L’allarme era scattato subito e gli scout,dopo un breve sopraluogo,erano partiti seguendo la traccia dell’odore dell’umano. L’elfo nero però era stato previdente. Conosceva bene i Tauren ed aveva cercato di sviarli spargendo delle sostanze odorose su dei piccoli animali,per disorientare il fine olfatto degli scout. Lo stratagemma aveva però solo rallentato i possenti mezzi tauri, che in breve avevano recuperato molte ore di distacco dal gruppo. Evidentemente l’elfo lo sapeva ed aveva deciso di separarsi dal nano e da Leron nel tentativo di fermare l’inseguimento. Ardua impresa senza dubbio,ma con un po’ di fortuna avrebbe guadagnato abbastanza tempo per permettere al nano di condurre fuori pericolo il giovane umano.
Gli scout,in due gruppi da sei elementi,giunsero al luogo dell’accampamento che il sole non era molto alto sull’orizzonte. Prima del calare della sera i Tauren avrebbero raggiungo il gruppo del nano,e la città di Kulhang distava almeno un altro giorno di marcia. Dopo un breve sopraluogo per rinfrescare la traccia dell’odore e controllare le impronte,gli scout si rimisero in marcia nella radura a passo svelto. L’elfo nero però li scrutava dall’interno della foresta. Avendo occultato il suo odore e sfruttando la sicurezza degli scout,in recupero sulla loro preda,poteva ora agire indisturbato. Il vento soffiava dalle montagne,dove era sita Kulhang,verso la radura il che mandò l’elfo sottovento. Prima di sera,doveva agire prima del calare delle tenebre.
Hola Man! sono felice di incontrare Bresciani anche sul WEB ... ;) Oltre a Dorian (Bagnoel), B-Brixian (Manerbe), NightFight(Quinsà) e Panda (Sangervas) non ne ho trovati molti in giro... ;) Per Milano il 21: Mio auguro solo che il lavoro mi lasci modo e tempo di organizzarmi! Intanto: have a nice day! :D
bei racconti... anche io lavoro di fantasia :) ciaooo!
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