Sunday, January 21, 2007

La terra di Ishandar

"...Mastro nano,è tre ore che corriamo ininterrottamente..." gridò il giovane Leron al vecchio geniere delle montagne.
"Smettila di frignare e seguimi ...riposeremo poi".
Il gruppo proseguì a perdifiato ancora una mezzora, per poi fermarsi ai piedi di una grossa quercia appena addentratisi nel bosco.
Il nano stava già studiando il terreno circostante mentre il giovane,piegato sulle ginocchia,respirava affannosamente nel tentativo di recuperare le forze ed il fiato.
Con loro c'era anche il silenzioso elfo nero,una figura con un'aura strana, il volto completamente velato da una maschera per la bocca ed il naso, e sugli occhi degli strani vetri ,come degli occhiali completamente scuri .Il mantello ricopriva il resto. Non una parola,mai...solo qualche sbuffo per richiamare l'attenzione del nano su qualche particolare.
"Mastro nano,ora mi può dire che succede? Non ho molto fiato,non si faccia pregare...".
"Leron,non ricordi proprio nulla di ciò che ti è successo negli ultimi giorni?".
"Assolutamente no. L'ultima cosa che ricordo è la stanza da dove mi avete prelevato,ma non so ne come ne perchè io ci sia finito dentro. Prima di ciò ricordo solo la cena con mio padre ed il consiglio!".
"Mh..Male,molto male. Speravo ricordassi qualcosa,ma tranquillo,recupererai. Probabilmente eri sotto l’effetto di qualche intruglio magico e sei stato in parte torturato. Sei finito in quella cella dopo una incursione dei Tauren nella vostra reggia. Hanno ucciso le guardie,e grazie a degli stratagemmi ancora oscuri,hanno rapito te e i tuoi fratelli e sono fuggiti....Da quella notte sono passati oltre 3 mesi.".
"Cosa? Tre mesi? Com'è possibile? E dei miei fratelli che ne è stato? E mio padre?". La frenesia nella parlata del giovane rivelava una crescente angoscia. L’attaccamento alla famiglia era molto forte e la notizia non poteva che sconvolgerlo.
"Calmati adesso,appena saremo al sicuro ti spiegherò tutto".
Mentre i due discorrevano ed il nano rassicurava il giovane,l'elfo nero si muoveva furtivo nei pressi della quercia,cercando forse un posto dove accamparsi. Quella presenza oscura metteva un senso di insicurezza a Leron anche se,in fondo,doveva essere un amico.

Wednesday, August 23, 2006

Sola andata

"Max,mi ricevi....Max,mi ricevi..sonoAl.....ah,fottuta radio",gettando la trasmittente nell'erba a poca distanza da dov'era sdraiato.
"Soldato Rasek,non si usa più il decoro militare?".Per un attimo ad Al sembrò di sognare.Subito si trascinò sul prato,allontanadosi dal suo mprovvisato rifugio composto dalla sola ombra di uno spuntone di roccia,per raccogliere la trasmittente e al limite della commozzione rispose:"Scusi capitano...è che avevo perso le speranze ormai...Sono ferito ad una gamba,non ricevo segnali dal resto della squadra e sono a corto di viveri."
"Soldato,è ancora vivo,ed è già qualcosa...Neanche io ho notizie del gruppo,ma sono in perfette condizioni.La ricetrasmittente riceve entro i 25 kilometri,anche in questo luogo ameno,ma il radar ha un raggio molto più limitato,solo 5 kilometri.Descrivimi cosa vedi,cerca dei riferimenti sull'orizzonte,cosi posso rintracciarti.".Trascinandosi ancora sul prato Al raggiunse un piccolo albero che usò per issarsi alla meno peggio ed avere una più ampia visuale dell'orizzonte.Il sole del mattino,non ancora troppo alto sulla testa del soldato,permetteva di vedere distintamente l'orizzonte.Imponente si stagliava sulla sinistra della visuale,un grossa montagna dai declivi ripidi e rocciosi da cui fluiva una miriade di piccoli ruscelli che convergevano in un torrente poco più a valle.Voltandosi indietro cercò di individuare un secondo riferimento.Pensò che lo spuntone di roccia,il piccolo rifugio di questi giorni,potesse essere visibile anche da lontano in quanto si ergeva oltre le chime dei bassi alberi della radura.
"Capitano Max...puntando a Nord vedo alla mia sinistra una monte,molto ripido.AI piedi del monte scorre un torrente,ma non ne vedo la foce.Vicino a me,se procede verso est,dovrebbe vedere un grosso spuntone di roccialIo sono nei pressi.La vegetazioen qui è abbastanza rada e gli alberi non sono consistenti....passo".
"Rasek,sono a ovest della tua posizione e devo ancora sorpassare la montagna.Stò risalendo il torrente,dovrei raggiungerti verso sera se marcio ininterrottamente. "
"Capitano...sono felice di sentirla".
"Sarò più felice io appena ci riuniremo.Adesso riposi,la contatterò io".

Tuesday, July 11, 2006

Turbopage: un uomo troppo nel futuro


Marcus "Vishnu" Gross: unmetroenovantaquattro di uomo.
Qualcuno lo chiama babbo natale, sarà per la barba bianca e gli occhi azzurri ... ma l'ultimo che se l'è lasciato sfuggire si e' trovato la cuccetta inchiavardata al soffitto della stiva di carico.
Tanto grosso ma altrettanto abile a infilarsi nei condotti della nave cargo che cura amorevolmente da quasi quindici anni.
Scende lentamente la scaletta della Perseus VIII, uno stivale dietro l'altro, godendosi dopo tanti mesi di spazio la sensazione di una gravità quasi normale.
"Hey Marcus vieni con noi alla taverna?"
A parlare è Salomon Abebe, responsabile approvvigionamenti della nave cargo, in testa al gruppo che non vede l'ora di rimettersi in pari dopo sei mesi di digiuno forzato.
"Vi raggiungo dopo Sal ... preferisco farmi un giro e sentire le ultime"

Gli spazioporti si assomigliano tutti, tante navi, tanti equipaggi, tante facce, ma tutte con quella luce negli occhi.
Quello sguardo che fa riconoscere quanto e' grande lo spazio e quanta aria riciclata si e' repirata.
Una taverna, alcune officine, il negozio delle navi usate, il palazzo del governo.
Gross ogni tanto pensa che in realta' la Perseus rimanga in orbita dello stesso spazioporto per poi ridiscendere e spacciarlo per un posto nuovo.

Dall'esterno l'hangar è piuttosto anonimo, grigio sporco, una lamiera che ha visto tempi migliori probabilmente all'epoca dei motori a razzo.
"Da Finbarr Negozio dell'usato", i caratteri dell'insegna avrebbero bisogno di una mano di vernice. Infatti ora si legge " a i barr ozio dell'usato".
Marcus entra nella penombra del capannone.
"Finbarr, maledetto strozzino, che fine ha fatto la mia Tranverser?"
a parlare è uno dei soddisfatti clienti di Finbarr il Generoso - come ama farsi chiamare - oppure Finbarr il ladro - come lo chiama chi ha fatto affari con lui.
"Non so di cosa tu parla! Nessuna Transverser qui ... mai vista questa nave! Tu mente, tu bugiardo, vattene da mio onesto negozio altrimenti io chiama sicurezza di astroporto ..."
Il cliente esce imprecando e minacciando, parole inutili dato che non e' il primo ne' sara' l'ultimo a essere truffato da Finbarr.
"Finbarr, canaglia maledetta! Dove hai nascosto la Transverser di quel poveretto"
Finbarr si volta e scoppia in una risata.
"Marcus Gross! Ma tu non era in pensione? Ancora in giro con carretta Perseus?"

"In pensione dovresti andarci tu Finbarr, non hai guadagnato abbastanza crediti per comprati un pianeta?"
"E chi pensa a pensione ... con guerre tra Clan e alieni Kron in giro a fare casino ... tutti corre a comprare nave piu' forte con armi piu' potente!"
"Quindi non solo solo voci quelle che parlano di Marauder e Slogger comparse dal nulla ..." dice Marcus.
"Viene con me che ti faccio vedere una cosa" Finbarr si incammina seguito da Marcus tra le navi parcheggiate nel capannone.
Insieme entrano in quello che potrebbe essere un piccolo ufficio, se non fosse che appeso alle pareti c'e' un arsenale da guerra.
"Ma gli agenti dello spazioporto non hanno ancora requisito la tua simpatica collezione?"
"Oh, loro viene ogni mese ... qualche credito cambia di tasca ... una pacca su spalla ... e amici fino al mese dopo!"
Finbarr accende una parete e comincia scorrere quelle che sembrano cartine stellari.
"Ecco, loro sono apparsi qui e in queste zone contemporaneamente, circa un mese fa"
Molte aree della cartina stellare si illuminano.
"Fiuuu" Marcus lancia un fischio osservando la mappa.
"Navi isolate, solo Slogger e Marauder, per ora, ma qualcuno dice che da una nave ne esce due ... e poi quattro ... devo fare amico Kron per imparare trucco di moltiplicazione delle navi".

La temperatura all'esterno dell'hangar di Finbarr si sta abbassando. La stazione orbitante ruota lentamente sul proprio asse portandosi in posizione notturna.
Marcus si incammina verso la zona di attracco delle navi e intanto cerca di non pensare a quello che ha sentito nel negozio del mercante: Kron ... il solo pensiero gli fa accapponare la pelle.
La taverna e' abbastanza squallida dall'esterno, un'anonima porta su un anonimo capannone, nulla farebbe pensare che quello e' il luogo piu' frequentato di tutto lo spazioporto!
Una simpatica targa di ottone inchiodata alla porta accoglie i clienti: Sei astemio o senza crediti? SMAMMA!
Gross entra e subito viene investito dall'odore di qualche miliardo di sigari fumati, mari di alcool trangugiato e sudore ... tanto sudore. Insomma tutto quello che uno si potrebbe aspettare in una taverna portuale.
Chissa' perche' ma quando pensa ad un posto che potrebbe chiamare casa al primo posto c'e' sempre la taverna.
I clienti sono tra i piu' vari, ci sono razze e soprattutto Clan diversi. Tipi poco raccomandabili che bevono a fianco dei piu' placidi commercianti, pirati della peggior razza che si vantano delle razzie appena compiute, minatori ancora sporchi di polvere di metallo, i cyborg con le loro protesi ronzanti e i silenziosi androidi.
La particolarita' di ogni taverna che si rispetti e' che guerre, vendette e inimicizie vengono lasciate fuori. Magari scappa qualche parola di troppo e qualche minaccia pesanta ... ma tutto sembra diluirsi in una buona pinta di birra vegana ... o una latta di olio Castrol invecchiato in cisterna!
Da lontano Salomon e compagni si sbracciano e fanno segno a Marcus di raggiungerli al tavolo stracolmo di pinte ormai vuote ... sara' dura raggiungere il loro tasso alcolico ... Marcus "Vishnu" Gross non si e' mai tirato indietro di fronte alle difficolta'!

(Un grazie alla mente malata di Turbopage,sei mitico)

Saturday, July 01, 2006

presentazioni

In attesa di tempi migliori,invito,chiunque passasse di qui, la presentarsi (se interessato) cosi tengo il conto (prima o poi sarete milioni e milioni...) di chi è abbastanza pazzo da vivere in un mondo fantasy.

Friday, June 23, 2006

L’ammiraglio “Karl Brasnov” si muove lento per il lungo corridoio di raccordo tra i laboratori e l’aula magna dell’Accadamia Spaziale,mani dietro la schiena,postura fiera ed elegante,soffermandosi di tanto in tanto ad osservare ,attraverso i termovetri isolanti,lo spettacolo delle stelle nello spazio infinito. Proveniente da dietro l’angolo, il tipico rumore delle porte automatiche a scomparsa distrae l’ammiraglio che voltandosi scorge il funzionario: “Ammiraglio,i cadetti sono tutti riuniti,a breve inizierà la conferenza.”.Senza proferir verbo,l’ammiraglio segue il funzionario verso l’ingresso posteriore dell’aula.Dopo la presentazione di rito della tecnovoce tramite l’interfono a diffusione,ecco l’ammiraglio presentarsi di fronte ai cadetti ,frementi per l’incontro con un ammiraglio,evento per lo meno memorabile.Dopo il lungo applauso,l’ammiraglio prese la parola: ”Ritengo inutile perdermi in convenevoli,lodarvi per vostro impegno o dirvi ,senza troppa convinzione,che il vostro addestramento è stato diffcile ma che ora siete pronti...Non vi mentirò,non ve lo meritate....” .Quelle prime parole ammutolirono la schiera degli alti ufficiali seduti alle sue spalle,e anche se non poteva vederli,l’ammiraglio poteva certo cogliere lo stupore nei loro occhi a sentire quel discorso,tanto sincero e diverso dal solito,vuoto,patriottico commiato per i cadetti.”...Siete cosi giovani,cosi ingenui,come io alla vostra età.La fuori c’è un universo tanto grande quanto ostile,e ahimè ve ne accorgerete sula vostra pelle.Ricordo ancora la mia prima missione operativa...” (dissolvenza sui ricordi).Ogni membro dell’aula,indifferentemente dal grado ora,palpita ansiosamente per sentire il resto dell’inaspettato e coinvolgente fuoriprogramma....